mercoledì 27 giugno 2018

Radical Chic Usi e Abusi


Dal dizionario-corriere: radical-chic


s. ingl. inv.; in it. s.m. e f. inv., pr. adatt.

·         iron. Borghese di tendenze politiche radicali con atteggiamento fortemente snobistico




Il termine, idiomatico, arriva dagli anni 70 e venne coniato da Tom Wolfe, l’autore di “il falò delle vanità”, recentemente scomparso.

"Il 14 gennaio di quell'anno, Felicia Montealegre, moglie del celebre compositore e direttore d'orchestra Leonard Bernstein, organizzò un ricevimento di vip e artisti per raccogliere fondi a favore del gruppo rivoluzionario marxista-leninista Pantere Nere[1] (alcuni membri delle Pantere Nere furono invitati al ricevimento). Il party si tenne a casa dei Bernstein, un attico di tredici camere su Park Avenue (un ampio viale di Manhattan). Tom Wolfe scrisse un ampio resoconto sulla serata, descrivendo in modo molto critico gli invitati, rappresentanti dell'alta società newyorchese. Ne risultò un articolo di 29 pagine pubblicato sul New York Magazine dell'8 giugno 1970.[2]" (fonte wikipedia)


In italia viene importato da Indro Montanelli nel 1972, mio anno di nascita, pare per descrivere la allora padrona del Corriere della Sera che, dopo anni di lavoro al giornale fu l’artefice del suo allontanamento.

Credo proprio che etichettare come radical chic una come me, ad esempio, sia una roba ridicola, tipica di chi non sa nemmeno cosa dice, che non conosce nemmeno il significato dei termini che usa.


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