venerdì 3 novembre 2017

NABO

 
 
Mi è capitato di ricordare una raccolta di racconti giovanili di Gabriel Garcia Marquèz, “Occhi di cane azzurro” si chiama. Sono storie scritte da un ventenne influenzato dalle opere di Kafka, non è certo il Marquez che siamo abituati a leggere.
 
In particolare mi viene in mente “Nabo, il negro che fece aspettare gli angeli”, dove questo schiavo, comprato per accudire i cavalli viene utilizzato per girare la manovella di un grammofo, per intrattenere la bambina di casa:
 
Questa bambina stava tutto il giorno lì, seduta ad ascoltare la musica e non camminava, non parlava e sbavava tutto il tempo la bambina; la sua unica compagnia era quel giovane schiavo che tutto il giorno girava la manovella per lei e nessuno si interessava di ciò che succedeva in quella stanza dove, un improvvisato badante, era l’unico essere che interagiva con questa piccola creatura figlia di un Dio minore.
Un giorno accadde che mentre era a strigliare un cavallo Nabo fu colpito in fronte da una zoccolata e rimase irrimediabilmente menomato da questo colpo. Passò quindici anni della sua vita legato con una catena in un buio sgabuzzino, ingannando gli angeli che volevano portarlo via con se, trovando sempre una scusa per non partire insieme a loro e soprattutto fermando il tempo, che per lui era cristallizzato al giorno del calcio.
Quando arrivò finalmente il momento di andare, dopo quei 15 anni di mediazione con gli angeli e spezzò la catena e spalancò la porta della sua prigione e si diresse impazzito verso la fine, passò davanti a quella bambina non più bambina non vedendola, quella bambina che non aveva mai parlato quando vide passare il negro apri la bocca e disse “Nabo”, l’unica parola che pronunciò nella sua vita fu il nome di quello schiavo.
 
Il racconto non è incentrato sulla bambina, che  potrebbe essere un personaggio marginale, ma a me è tornato in mente per lei e per quello che saranno significati per lei quei giorni interminabili dove Nabo girava la manovella del grammofono e lei ascoltava la musica, chissà quante cose le avrà raccontato e quante canzoni le avrà cantato, chissà…
 

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